Un monumentale leone rampante che
stritola tra le sue fauci una testa romana. A Firenze il
Contemporaneo torna a dialogare con il Rinascimento con due
sculture di Francesco Vezzoli allestite dal 2 ottobre in Piazza
della Signoria e a Palazzo Vecchio. Intitolato "Francesco
Vezzoli in Florence" , il progetto - a cura di Cristiana
Perrella e Sergio Risaliti - è presentato dal Museo Novecento di
Firenze e dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di
Prato con il patrocinio del Comune di Firenze e l'organizzazione
di Mus.e.
Dopo "Vezzoli Primavera- Estate", la mostra del 2014
concepita nei giorni di Pitti Uomo come omaggio a Firenze e al
suo patrimonio museale Vezzoli affronta i luoghi più simbolici
della città di Dante nel solco di un progetto che negli anni ha
visto protagonisti tanti nomi della scena internazionale, da Jan
Fabre a Urs Fisher, Jeff Koons, Giuseppe Penone. E tra questi è
il primo a realizzare un'opera site-specific, appositamente
concepita per l'occasione. All'artista bresciano il Centro Pecci
di Prato dedicherà poi una personale da febbraio 2022.
Installato su un basamento antico, il monumentale leone
rampante novecentesco pensato per Piazza della Signoria stritola
tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., in un pastiche
tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte
opere recenti dell'artista. La seconda scultura, una figura di
togato romana sulla quale è innestata una testa 'metafisica' di
bronzo, citazione de Gli Archeologi di De Chirico, verrà
posizionata invece all'interno dello Studiolo di Francesco I de'
Medici a Palazzo Vecchio, che per la prima volta in assoluto
ospita un'opera di arte contemporanea.
Con questi lavori, spiegano i curatori, Francesco Vezzoli ci
restituisce nuove muse inquietanti, ricomponendo i frammenti di
una civiltà perduta, ricordandoci che l'arte è sempre, prima di
tutto, un fatto mentale e che i ready made, gli assemblage
antico-moderno, sono una pratica dalle radici molto antiche,
come ci insegna il Ganimede di Benvenuto Cellini realizzato
ricomponendo parti di una scultura antica.
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