Sindaci e vescovi delle città e
delle diocesi sul Mediterraneo hanno firmato oggi la 'Carta di
Firenze' in Palazzo Vecchio al termine di un forum nel capoluogo
toscano. La 'Carta' "non è una legge" ma "profeticamente è
qualcosa di più" perché sottolinea "l'aspirazione dei popoli
alla pace, alla giustizia, all'uguaglianza dei diritti, alla
libertà intesa che sottolinea un bene comune", ha detto il
presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. "Abbiamo
scritto una pagina che è già il nostro futuro", ha proseguito, e
"per i credenti" è importante sperare contro ogni speranza,
'spes contra spem'.
La Carta di Firenze impegna sindaci e vescovi su vari punti
fra cui per attuare programmi a favore del dialogo
interreligioso, dello sviluppo economico e sociale sostenibile,
del mantenimento dell'ecosistema, per percorsi di pace e di
civile convivenza tra le popolazioni del Mediterraneo, per la
libertà religiosa, per la difesa della dignità dei migranti.
"Amiamo la sobrietà ma questa dichiarazione è una conquista
storica - ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella - Un
punto di arrivo ma anche punto di partenza perché il nostro
desiderio non è solo portare queste dichiarazioni al Santo
Padre, ma lo vogliamo portare anche ai leader internazionali, ai
capi di stato e di governo. Cominceremo un pellegrinaggio perché
questa dichiarazione cominci a vivere da oggi". "Abbiamo fatto
un passo in avanti partendo da Giorgio La Pira - ha aggiunto -
viene naturale dire che rispetto al suo tempo abbiamo fatto
tanti passi indietro: le guerre sono aumentate, l'inquinamento
non c'era. Oggi abbiamo aggiunto un pezzo al grande mosaico
della pace: mai prima di ora sindaci di città importantissime a
maggioranza musulmana avevano firmato un documento di impegni
insieme ai vescovi cattolici. Un grandissimo passo, il segnale
più forte che potevamo dare in questo momento di guerra".
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