Una targhetta gialla, con scritto
'verità per Giulio Regeni', spiega che i proventi del volume
saranno donati alla famiglia del giovane ricercatore ucciso in
Egitto, così Stefano Accorsi, attore e direttore artistico della
Fondazione Teatro della Toscana, ha deciso dove destinare ricavi
ottenuti col libro autobiografico sulla sua carriera. "Per
questa morte ancora non c'è stata giustizia - ha detto Accorsi
presentando il volume alla libreria Feltrinelli Red di Firenze -
La verità la si conosce chiaramente, ma il problema è la
giustizia. C'è una famiglia che non demorde, assistita da un
avvocato che non molla e lo fa gratuitamente".
"Tuttavia - prosegue l'attore - acquisire gli atti costa,
spostarsi dal Friuli per seguire i processi a Roma costa, la
giustizia ha un prezzo e mi sembra giusto dare un contributo a
questa famiglia che continua a lottare non solo per sé, ma per
tutti noi perché un cittadino italiano, è stato rapito,
torturato e ucciso in un Paese straniero e mi sembrava che
sostenere questa loro lotta per la giustizia fosse un modo per
sostenere una causa che appartiene e tutti noi".
Il volume propone il racconto della carriera dell'attore
corredato da foto raccolte coinvolgendo oltre 50 fotografi e
attingendo dall'archivio di famiglia.
"L'idea del libro - ha detto Accorsi - è raccontare il dietro
le quinte dei set e di alcuni film, le cose meno note, cercando
materiale fotografico inedito e raccontando aneddoti. L'idea era
nata così, poi da cosa è nata cosa. E' diventato il racconto di
un'intera attività, è diventato il racconto della parte privata
di un percorso pubblico".
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