Il calcio letale per Niccolò Ciatti
fu assestato in modo "professionale" da una persona conoscitrice
di tecniche di lotta, e non in modo casuale: è quanto emerge
dalle deposizioni di tecnici, principalmente uomini della
polizia, durante il terzo giorno del processo avviato a Girona
(Spagna) per l'omicidio del ragazzo fiorentino nel 2017 a Lloret
de Mar. Una versione dei fatti in linea con quella sostenuta sia
dagli avvocati della famiglia della vittima, sia dalla procura
che chiede per il principale accusato, il ceceno Rassoul
Bissoultanov, una condanna a 24 anni di carcere per omicidio
volontario (la difesa ritiene invece che si sia trattato di
omicidio involontario).
Un aspetto sottolineato da uno dei testimoni sentiti
nell'udienza odierna è che il calcio letale non è stato
assestato come farebbe una persona senza esperienza in arti
marziali, ovvero come se lo desse a un pallone da calcio, bensì
spostando il peso e concentrando la massima forza alla pedata.
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