Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i 14 imputati del processo sul filone consulenze d'oro alla ex Banca Etruria. La sentenza è stata pronunciata dal giudice di Arezzo Ada Grignani. Al tribunale il pm Angela Masiello aveva chiesto il massimo della pena (1 anno) per Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro Maria Elena ed ex vicepresidente di Etruria, e per altri tre dirigenti cioè Luciano Nataloni, Claudia Bugno e Luigi Nannipieri. Per gli altri imputati erano state chieste condanne da 8 a 10 mesi. Ma il verdetto è di assoluzione con formula piena.
Gli imputati erano accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze commissionate dalla ex Banca Etruria per studiare l'ipotesi di fusione con un altro istituto di credito, che fu individuato nella Banca Popolare di Vicenza, ma poi l'operazione non andò in porto. Secondo l'accusa anche le consulenze aggravarono i conti di Banca Etruria e ne scaturì un filone complementare a quello 'generale' per bancarotta fraudolenta dedicato al crac dell'istituto di credito aretino. Il procuratore Roberto Rossi, che coordina il pool investigativo della procura di Arezzo su Banca Etruria, ha dichiarato dopo la lettura della sentenza: "Aspettiamo le motivazioni poi valuteremo se fare ricorso in appello". Oltre alla richiesta di pena per 1 anno per Boschi senior, Luciano Nataloni, Claudia Bugno e Luigi Nannipieri, il pm aveva chiesto anche condanne di 8 mesi per Daniele Cabiati, Carlo Catanossi, Emanuele Cuccaro (ex vicepresidente) sui quali pendeva un capo di imputazione; di 9 mesi per Alessandro Benocci, Claudia Bonollo, Anna Nocentini Lapini, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori e Ilaria Tosti (per loro due capi di imputazione); di 10 mesi per Claudio Salini (per tre capi di imputazione). "14 imputati, due cda, un direttore generale e un vice dg di Banca Etruria ancora una volta a processo per bancarotta. E nuovamente tutti assolti! Auspico che le novità previste dalla delega Cartabia, a partire dalla possibilità di celebrare processi solo a condizione che vi sia una 'ragionevole previsione di condanna', contribuiscano ad evitare in futuro processi largamente inutili come questo". Lo ha dichiarato l'avvocato Luca Fanfani, dopo la lettura della sentenza di assoluzione per tutti i 14 imputati del processo stralcio per bancarotta colposa sulle consulenze dell'ex Banca Etruria. Fanfani nel processo è difensore del vicedirettore generale Emanuele Cuccaro, uno degli imputati assolti. "È emersa una verità scontata - ha aggiunto Fanfani -, ossia che nel momento in cui Banca d'Italia nel dicembre 2013 impone a Banca Etruria di trovare altro istituto con cui fondersi, la obbliga, va da sé, ad accollarsi ingenti spese per advisor legali finanziari e industriali, esattamente le spese contestate dalla procura. Una conclusione ovvia per un processo largamente inutile". "Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l'ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall'ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell'unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente". Lo scrive in un post su Facebook Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, commentando l'assoluzione del padre Pier Luigi. "La verità giudiziaria non cambia niente per me: ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora - aggiunge - lo sanno tutti, non solo la sua famiglia. Lo sa il popolo italiano, nel cui nome la sentenza è stata pronunciata. Lo sanno le Istituzioni di questo Paese che io ho servito con dignità e onore. Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto. Lo sanno i talk che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda. Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti". "Questa vicenda - sottolinea - ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perché nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia.
"Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi". Così un in tweet il leader di Iv Matteo Renzi.
"E' stato riconosciuto quello in cui abbiamo sempre creduto. Spero che questo sia l'ultimo procedimento a carico di Pierluigi Boschi. Il fatto di portare quel nome ha pesato sul mio assistito ma per fortuna c'è un lieto fine". Lo ha detto Gildo Ursini, difensore dell'ex vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro Maria Elena, commentando la sentenza di assoluzione per tutti i 14 imputati accusati di bancarotta per il filone consulenze d'oro nel crac di Banca Etruria. Secondo l'avvocato Alessandro Traversi, difensore di cinque componenti dell'ex cda di BancaEtruria, "la sentenza dimostra come gli imputati, nell'ambito del loro lavoro, abbiano fatto solo quanto richiesto. Il giudice ha riconosciuto che il dissesto non è stato determinato dalle consulenze d'oro ma da altre scelte gestionali risalenti nel tempo, che è stato dimostrato nel processo che i consulenti hanno applicato tariffe inferiori a quelle di mercato, che i nostri assistiti hanno cercato di salvare la situazione seguendo le indicazioni date da Banca d'Italia, che suggeriva di trovare un altro istituto 'di adeguato standing' con cui attivare una fusione". Per l'avvocato Giovanna Corrias Lucent , difensore di Claudio Salini, "giustizia è stata fatta, del resto gli amministratori di Banca Etruria avevano seguito indicazioni precettive della Banca d'Italia, che aveva monitorato il processo di aggregazione, considerato come unica soluzione alla crisi dell'istituto".
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