Uccisione di animali, esercizio di
attività venatoria in periodo di divieto, foraggiamento illecito
di ungulati, impiego di mezzi vietati per la caccia, uso di
trappole e anche di esplosioni pericolose: sono i reati dei
quali è accusata una coppia di coniugi dell'Aretino.
Secondo i carabinieri forestali la coppia, conosciuta in zona
come esperta in caccia di selezione, non avrebbe rispettato le
regole e la deontologia che regola questo tipo di attività
venatoria. Stando a quanto riscontrato dagli inquirenti, i
coniugi operavano nelle colline della Valdichiana aretina, dove
avrebbero teso vere e proprie trappole agli animali "attirandoli
con il cibo e le illuminazioni artificiali per poi abbatterli
con mezzi vietati, in orari non consentiti e vicino ad
abitazioni esponendo così residenti e passanti e pericoli per la
loro stessa incolumità".
Gli animali sarebbero stati attirati mediante foraggio
all'interno di una piccola radura nella quale un articolato
sistema di fili elettrici li obbligava a compiere un percorso
prestabilito che si concludeva di fronte alla linea di tiro di
un'altana mimetizzata. Qui, un sistema di sensori di movimento,
attivava telecamere e luci artificiali permettendo così ai due
di prepararsi a fare fuoco. L'indagine è stata lunga e complessa
e realizzata attraverso un sistema di videosorveglianza
installato nel bosco con generatori sottoterra e l'impiego di un
drone notturno che ha consentito di seguire i tragitti dei
bracconieri documentando ogni loro azione. Secondo gli
investigatori, le tecniche adottate dai due sarebbero state
assimilabili a vere e proprie imboscate, e avrebbero portato a
ipotizzare il delitto di uccisione di animali, trattandosi di
abbattimenti non consentiti dalle leggi e come tali senza
necessità.
Nei giorni scorsi marito e moglie sono stati sottoposti a una
perquisizione durante la quale sono stati trovati gli strumenti
per gli abbattimenti illeciti e tre fucili incustoditi.
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