Si è tenuta in mattinata a
Barcellona, presso il Tribunale regionale della Catalogna,
l'udienza d'appello nel processo spagnolo sul caso di Niccolò
Ciatti, giovane italiano ucciso in un pestaggio in discoteca col
calcio letale, decisivo a causarne la morte, tirato dal ceceno
Rassoul Bissoultanov. Successe nel 2017, in una discoteca di
Lloret de Mar davanti a centinaia di clienti. In primo grado,
Bissoultanov, oggi latitante, è stato condannato a 15 anni per
omicidio volontario. Fu invece assolto il suo amico Movsar
Magomedov, accusato dalla famiglia di Niccolò come complice del
pestaggio. Nel corso dell'udienza d'appello, la famiglia Ciatti,
rappresentata dai legali Francesco Có e Agnese Usai, ha chiesto
l'aumento della pena per Bissoultanov mentre la difesa di
quest'ultimo vuole la derubricazione da omicidio doloso a
omicidio colposo.
Da parte sua, il pm ha chiesto la conferma della pena a 15
anni (il minimo previsto per omicidio volontario in Spagna).
Bissoultanov, che in Spagna aveva già trascorso il massimo
possibile di pena preventiva in carcere, scappò nel luglio
scorso dopo la sentenza di primo grado. La corte del Tribunale
catalano ora è chiamata a deliberare sul caso. La decisione
tuttavia non è attesa oggi ma nei prossimi giorni.
Nel frattempo, riferisce l'avvocato Usai, la Spagna ha
rigettato l'ordine di indagine europeo inviato dall'Italia per
quanto riguarda il processo italiano sul caso, tutt'ora in
corso. La motivazione del rigetto sarebbe l'applicazione del
principio giuridico "ne bis in idem", secondo cui una persona
non può essere giudicata due volte per lo stesso fatto. I
rappresentanti della famiglia Ciatti, tuttavia, dissentono da
tale interpretazione: "Un giudicato c'è o non c'è e fino alla
Cassazione la sentenza non è definitiva".
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