"Come si divulgano con dovizia di
particolari e appassionata partecipazione le scelte di morte,
così si narrino con onesta verità le storie di vita, quelle di
malati e disabili che chiedono di vivere, di famiglie che li
sostengono, di comunità che condividono e includono. È troppo
chiedere una parità di trattamento nella divulgazione dei
fatti?". Questo l'appello rivolto dal cardinale Giuseppe Betori,
arcivescovo di Firenze, "a chi ha responsabilità nella
comunicazione", nell'omelia pronunciata in Duomo oggi per la
messa di Natale.
"Un grido di vita buona sale dal mondo - ha detto Betori -,
ma trova così poco ascolto da chi ha in mano le sorti dei
popoli. Lo dobbiamo denunciare con forza per rivendicare per
tutti una vita dignitosa, soprattutto per chi è in condizioni
estreme di vita, fino alla dipendenza vitale. La soluzione delle
sofferenze umane non può essere il rifiuto della vita, quello
che la non-lingua del politicamente corretto propone come la
morte dignitosa, bensì la possibilità offerta a tutti di vivere
in modo dignitoso, perché amati, anzitutto, e poi sorretti con
adeguati sostegni, accompagnati e non abbandonati, come scienza
e carità rendono possibile".
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