(ANSA) - FIRENZE, 02 GEN - Sei toscani su dieci, il 60%
circa, acquisteranno capi d'abbigliamento ai saldi, al via il 5
gennaio. Lo prevede Confcommercio Toscana, con un importo medio
pro-capite di spesa di 133 euro, in crescita rispetto ai 119 nel
2022 ma ancora lontano dai 160 euro del 2019. Il volume d'affari
generato in Toscana dalle vendite di fine stagione, secondo
Confcommercio, potrebbe superare i 292 milioni di euro, 21 in
più dello scorso anno. I negozi della moda interessati ai saldi
sono oltre 26mila in Toscana tra calzature, abbigliamento,
pelletterie, articoli sportivi, intimo e tessile. "A dicembre i
punti vendita hanno registrato un movimento maggiore,
soprattutto nelle città d'arte", dice Paolo Mantovani,
presidente Federmoda-Confcommercio. Per Confesercenti Firenze,
anche nel capoluogo sei consumatori su 10 acquisteranno capi a
saldo, con budget pro capite fra i 130 e i 160 euro, a fronte di
uno sconto medio del 30% sui prodotti. L'associazione prevede un
buon risultato nel primo weekend, per Firenze centro storico,
anche grazie al ponte dell'Epifania; a rilento i centri minori.
"I saldi sono un evento commerciale che ancora riveste grande
importanza - afferma Enzo Nigi, presidente di Fismo
Confesercenti Firenze -, nonostante le occasioni di vendita
promozionale si siano ormai moltiplicate durante l'anno, basti
pensare al 'black friday', e la concorrenza del commercio
elettronico si faccia sempre più agguerrita. Quest'anno, però, a
determinare ulteriore incertezza è il clima di instabilità
economica determinata dal caro bollette e dall'inflazione". Per
Paolo Gori, vicepresidente di Confartigianato Firenze, l'attesa
è per "un 5-10% in più di vendite", con "uno sconto dal 20-40%
per i prodotti di questa stagione; sconti più alti potrebbero
nascondere prodotti un po' più datati". Per Gori, tuttavia,
"subiamo una concorrenza molto spesso sleale da parte
dell'e-commerce", e dunque occorre "regolamentare l'e-commerce
come il commercio tradizionale, con stesse regole, stessi oneri
fiscali. Lo si può fare a partire da un tavolo in Regione, dove
si scrive materialmente il codice del commercio, per poi farsene
promotori a livello nazionale". (ANSA).