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Alluvione di Firenze, una vittima riconosciuta 57 anni dopo

Alluvione di Firenze, una vittima riconosciuta 57 anni dopo

Muratore iscritto in lista ufficiale, camion travolto da frana

FIRENZE, 27 ottobre 2023, 09:58

Redazione ANSA

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Riconosciuto 57 anni dopo i fatti, come vittima dell'Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, Mario Maggi, operaio edile di Castel San Niccolò (Arezzo), morto a 44 anni nel camion travolto da una frana sulla via Bolognese a Firenze. L'uomo, sbalzato all'esterno, perì nell'esondazione del torrente Mugnone. Adesso, rende noto l'associazione Firenze Promuove in accordo col Comune di Castel San Niccolò, il ministro degli Interni, tramite la prefettura, ha ufficialmente comunicato a sua figlia Lina Maggi di aver "inserito il nome del padre, Mario Maggi di Castel San Niccolò, che il 4 novembre si trovava per lavoro a Firenze, nell'elenco ufficiale delle Vittime dell'Alluvione di Firenze del 1966".

    Finora il nome di Maggi non era considerato ufficialmente tra le vittime pur comparendo invece, come tale, sui giornali dell'epoca che pubblicarono il suo nome per settimane. La sua morte fu intorno all'una e per questo Mario Maggi diventa la prima vittima ufficiale dell'Alluvione di Firenze. Con un collega, che rimase illeso si stavano spostando da Pratolino dove avevano il cantiere quando prima di località La Lastra una frana si staccò dalla montagna e trascinò fuori strada il camion nel dirupo sul torrente Mugnone già tracimato, poche ore prima dell'esondazione dell'Arno.
    "Il 4 novembre 1966 non sia dimenticato - afferma Lina Maggi - È stata una data che ha cambiato e sconvolto la mia famiglia, mio padre è stata una delle vittime di quell'alluvione, quel giorno ha trovato la morte a Firenze. Aveva 44 anni. Il nome del mio babbo non è stato mai inserito tra le vittime dell'alluvione e vorrei tanto sapere qualcosa di più sulla sua morte". Mario Maggi lasciò la moglie e quattro figli piccoli di cui una disabile. Il sindaco di Castel San Niccolò, Antonio Fani, ha scritto a quello di Firenze e al prefetto "per sollecitare la delibera per l'approvazione della lapide, da porre nel luogo della morte". 

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