Si fece nominare dalla
fidanzata erede universale di un patrimonio da 1,6 milioni di
euro con un testamento olografo ma la firma è risultata falsa
dopo che i parenti di lei - di sesto grado - aprirono una causa
al tribunale civile di Firenze, che dette loro ragione in base a
una perizia calligrafica. Ora la guardia di finanza indaga il
fidanzato, originario del Piemonte, e la nuova compagna, una
cinese, per riciclaggio e autoriciclaggio, e ha eseguito un
sequestro preventivo da 1,5 milioni di euro ordinato dal gip. I
sigilli sono stati messi a una casa in Piemonte e a una Porsche
Cayenne per un valore complessivo di circa 400.000 euro,
lingotti d'oro e orologi per altri 300.000 euro, conti correnti
con 70.000 euro. E' quanto rimasto dei soldi ricavati dalla
vendita del patrimonio della defunta.
L'eredità fruttò all'indagato, un uomo adesso in età
avanzata, gli immobili della compagna che a Firenze possedeva
due case e un'autorimessa; ci ricavò 1.620.000 euro vendendoli
in varie operazioni tra il 2014 e il 2020. I soldi vennero messi
in un conto intestato alla compagna cinese, ma l'uomo aveva la
delega per operarvi. I proventi furono reimpiegati nell'acquisto
di altri immobili, di oro e metalli preziosi, di un'auto di
lusso.
La coppia conviveva a Firenze. La donna morì nel 2012 dopo
aver firmato un testamento olografo a vantaggio del compagno
lasciandogli tutti i suoi beni. Ma i suoi parenti alla lontana
dubitarono della fondatezza dell'atto successorio e agirono
impugnando il testamento al tribunale civile di Firenze. Una
perizia stabilì la falsità della firma, quindi fecero anche
denuncia alla procura. Il sequestro è stato disposto dal gip per
un'eventuale confisca ed è stato attuato dalla guardia di
finanza nella città del Piemonte dove l'indagato si è ritirato a
vivere con la compagna orientale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA