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Chiesa, celebrazioni 100 anni Opera della Madonnina del Grappa

Chiesa, celebrazioni 100 anni Opera della Madonnina del Grappa

Arcivescovo Gambelli ricorda l'azione di don Giulio Facibeni

FIRENZE, 09 novembre 2024, 21:20

Redazione ANSA

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"Abbiamo bisogno di riconoscere le radici buone della nostra cultura, del nostro tessuto sociale e della nostra esperienza cristiana per alimentare un surplus di creatività e di coraggio necessari per vivere il nostro tempo".
    Lo ha affermato monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, alla cerimonia di apertura per le celebrazioni del centenario dell'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa fondata nel 1924 da don Giulio Facibeni (1884-1958), tra le figure di rilievo del cattolicesimo del '900 per la sua innovativa e poi duratura azione di solidarietà.
    "Don Facibeni ci indica il cuore di quella trasformazione missionaria a cui papa Francesco chiama tutta la chiesa in tutte le sue comunità e strutture", ha detto Gambelli, ricordando la cittadinanza onoraria conferitagli nel 1951. "Nella persona ormai anziana di don Giulio - ha osservato l'arcivescovo - tutta la città, al netto delle profonde divisioni e delle ferite ancora vive del recente passato fascista, riconosceva qualcosa che le apparteneva in maniera autentica e profonda. I fiorentini avevano capito che anche grazie a don Facibeni la solidarietà concreta e senza calcolo diventava cultura di un'intera città". La Madonnina del Grappa è un'istituzione ecclesiale cattolica a carattere caritativo fondata dal presbitero Giulio Facibeni, originario di Galeata (Forlì), nel 1924 a Firenze. Oggi la Madonnina del Grappa ha fra le sue attività case-famiglia per ragazzi in difficoltà; case di riposo per anziani; case di accoglienza per ex detenuti; case di accoglienza per migranti; case vacanze per anziani e bambini; scuola di formazione e lavoro per giovani Neet; un centro sportivo; una missione in Brasile e una in Albania. In questa fase gravitano attorno alla Madonnina oltre 1.000 persone. "Don Giulio Facibeni - ha affermato nel suo intervento la sindaca di Firenze, Sara Funaro - veniva chiamato il prete dei poveri, degli umili, degli oppressi: lo chiamavano il padre, anche se lui amava definirsi di più il povero facchino della Provvidenza divina, e aveva una aderenza ai bisogni dei cittadini più fragili che raramente si è vista". L'Opera, ha ricordato il presidente della Madonnina del Grappa Vincenzo Russo, "si sta occupando molto del mondo del lavoro, che oggi è una piaga di questa nostra società: senza il lavoro si vive male, molta gente, molte famiglie sono colpite dal disagio che si trovano a vivere di fronte alla chiusura delle fabbriche. L'altro argomento è quello del carcere, che vive in uno stato di grande abbandono e dimenticanza proprio da parte delle istituzioni: oggi il carcere rappresenta invece un tema importante, perché dentro ci sono le persone". Russo ha spiegato che "oggi ci stiamo domandando quali siano le nuove situazioni emergenti dal punto di vista della povertà. Una sotto gli occhi di tutti è quella del mondo giovanile". Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha parlato di come la Madonnina del Grappa sia stata fondamentale per la trasformazione sociale del quartiere di Rifredi, periferia industriale a nord di Firenze: "Senza don Facibeni sarebbe una distesa di case frutto della speculazione e del boom edilizio degli anni '60", ha detto Giani mentre invece "oggi ci sono il campo di calcio, i laboratori, il teatro, che sono un polmone verde e di socialità".

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