Il periodo di crisi dell'industria
del settore moda non si ferma e il rapporto della Banca d'Italia
sulle economie regionali, pubblicato nei giorni scorsi, riporta
cifre ulteriormente preoccupanti sull'andamento di un settore
strategico per il Made in Italy e per la nostra regione. Così la
Cgil Toscana e Firenze alla vigilia dell'incontro convocato
presso la presidenza della Regione Toscana domani "per discutere
della situazione del comparto moda nella nostra regione, e delle
misure utili a superare la drammatica situazione dell'intera
filiera".
Nel 2024, sottolinea la Cgil, "la flessione dell'attività
industriale si è intensificata" specialmente per le imprese più
piccole e nel comparto della moda con una forte frenata anche
negli investimenti. Secondo le stime dell'Irpet, inoltre, la
produzione industriale è scesa del 4,9% nel primo trimestre del
2024 e del 3,8% nel secondo trimestre. Nei primi 9 mesi
dell'anno le ore autorizzate di Cig e dei Fondi di solidarietà
sono aumentate del 214% nella produzione di pelli, cuoio e
calzature, del 159% nell'abbigliamento e del 177% nel tessile".
"A fronte di questa situazione emergenziale - dice Fabio Berni
della segreteria Cgil Toscana -, migliaia di lavoratrici e di
lavoratori provenienti da tutta la Toscana hanno dato vita ad
una grande manifestazione unitaria il 12 novembre a Firenze
richiedendo, tra le altre cose, l'attivazione di misure urgenti
al Governo in merito all'estensione degli ammortizzatori sociali
e alla definizione di politiche industriali per salvaguardare il
lavoro e le competenze di un settore determinante per l'economia
nazionale che in regione occupa oltre 110mila addetti". "È
assurdo e irresponsabile - prosegue Berni - che su un tema
determinante come quello dell'estensione degli ammortizzatori
sociali di cui si parla da quasi un anno e che ha visto il
governo emanare un decreto (in ritardo e contenente misure
ampiamente insufficienti) soltanto alla fine di Ottobre, non si
sia ancora a nulla e per questo risulti ancora inutilizzabile
per mancanza di circolari e direttive". I lavoratori della
filiera, si ricorda, hanno richiesto anche la tutela dei livelli
occupazionali da parte delle imprese della filiera attraverso
un'equilibrata gestione degli ordinativi, politiche di forte
contrasto all'illegalità e allo sfruttamento lavorativo, la
qualificazione e il tracciamento della filiera nonché la
corretta applicazione contrattuale, l'individuazione dei
fabbisogni formativi e delle relative iniziative di formazione,
il supporto ai processi di aggregazione e di innovazione,
strumenti di sostegno finanziario ai lavoratori in difficoltà.
Temi che "saranno all'ordine del giorno" del tavolo di domani.
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