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Ingegneri, Toscana ha consumato 350 ettari di suolo in un anno

Ingegneri, Toscana ha consumato 350 ettari di suolo in un anno

'In area di Firenze 300.000 persone in zone a rischio di frane'

FIRENZE, 05 dicembre 2024, 14:31

Redazione ANSA

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"Nel 2023 in Toscana sono stati consumati 350 ettari di suolo, valore in aumento rispetto alla media degli ultimi 20 anni. Oltre il 30% di questi ettari sono in aree a pericolosità frana e il 5% addirittura con classe elevata o molto elevata. E' chiaro che serve un'inversione di tendenza sia sull'attività edificatoria che sulla prevenzione del dissesto idrogeologico, su cui serve un piano nazionale accompagnato dallo stanziamento di fondi adeguati". Lo affermano dall'Ordine degli Ingegneri di Firenze Stefano Corsi, coordinatore commissione Ambiente ed Energia, e Gianpiero Porquier, coordinatore della Commissione Protezione civile dell'Ordine commentando il Rapporto sul consumo di suolo del 2024 dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
    "La situazione delle frane nella provincia di Firenze è preoccupante - dicono Corsi e Porquier - nonostante la nostra regione sia attenta al problema fin dal tempo dei Medici, che per primi posero un vincolo di inedificabilità in costa San Giorgio a Firenze. Secondo l'Ispra, nel 2021 il 37% del territorio fiorentino era a pericolosità frana, di cui circa il 15% con classe elevata o molto elevata. In termini di popolazione era interessato il 33% della popolazione dell'area fiorentina, di cui il 3,5% in aree a pericolosità elevata o molto elevata: si parla di circa 330.000 persone interessate, di cui 35.000 in zone con pericolosità severa".
    "Le cause di questa situazione - spiega Corsi - dipendono dalla naturale conformazione del nostro territorio, ma il problema è anche di tipo urbanistico e programmatico perché esiste una contraddizione: le normative per proteggere le aree a rischio frane ed evitare danni a persone e infrastrutture esistono, però quando poi si presenta l'opportunità di edificare spesso prevalgono interessi di tipo economico. C'è insomma una questione naturale ma anche una gestionale e sociale, perché l'interesse economico spesso prevale sulla sicurezza e sulla tutela ambientale".
   

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