"Ci siamo visti stamattina, mi ha
sorriso, io le ho dato un bacio, lei ha provato ad abbracciarmi:
è lucida, prova a parlare ma non può perchè è stata
tracheotomizzata": "Rispetto a quando siamo arrivati ha fatto un
salto, in tre giorni, importantissimo, ha subito 4 interventi è
uno scricciolino ma è forte e anche in questo momento mi sta
facendo vedere la sua maturità". A parlare è l'avvocato Carlo
Voce, il padre di Martina, la 21enne fiorentina accoltellata a
Oslo dall'ex fidanzato, Mohit Kumar, informatico norvegese di 24
anni di origine indiane.
Stamani Carlo Voce è andato a trovare la figlia in ospedale
dove oggi è previsto che vada a visitarla anche Luna, la
sorellina: "Ce lo hanno consigliato i medici, sia per la piccola
che per Martina". A Oslo ci sono poi la mamma della 21enne e la
nonna materna, oltre alla madre di Luna. E' invece ripartito
oggi lo zio Antonio Voce, non prima di averla visitata stamani.
Secondo quanto spiega il padre, giovedì Martina sarà operata
alla mano sinistra, la più danneggiata, la settimana prossima
dovrebbero toglierle "tutto" oltre a risvegliarla del tutto:
volutamente, spiega, "stanno procedendo piano piano, dandole
emozioni piano piano: la svegliano, vede l'ambiente e poi la
fanno riposare e così via. E' già accaduto ieri, lo hanno
rifatto oggi". Carlo Voce racconta anche che Martina si è
commossa quando ha saputo che Oliver, il collega di lavoro che
l'ha salvata, sta bene ed è venuto a trovarla. "E' un eroe, non
so come ringraziarlo" spiega Voce colpito anche dalla vicinanza
del padre di Oliver, del datore di lavoro di Martina, Cristiano
Comelli, degli altri colleghi e anche dei clienti del negozio
dove lavora Martina.
"Voglio ringraziare in particolare - aggiunge poi - Luca
Fraticelli dell'ambasciata italiana a Oslo, è sempre con me, la
polizia, la primaria che ha operato mia figlia e gli infermieri
dell'ospedale che la trattano come se fosse figlia loro". Quanto
all'ex fidanzato, "in prognosi riservata nello stesso ospedale,
vigilato da tre poliziotti", il padre del 24enne, riferisce
Carlo Voce, attraverso un poliziotto gli ha fatto sapere che "mi
voleva vedere per chiedere scusa per conto del figlio. Ho
risposto però che non è il momento, si valuterà successivamente.
Non ho nessun odio verso questo ragazzo, è vissuto due anni
nella mia famiglia, ma io ora devo pensare a Martina, capisco
la sua sofferenza ma non me la sento, ora devo preoccuparmi solo
di stare vicino a mia figlia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA