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Gli Uffizi riportano in Italia 'La Strega' di Salvator Rosa

Gli Uffizi riportano in Italia 'La Strega' di Salvator Rosa

Opera esoterica del tormentato e originale pittore seicentesco

FIRENZE, 31 dicembre 2024, 11:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Entra a far parte della collezione degli Uffizi 'La Strega', opera esoterica del tormentato e originale pittore seicentesco Salvator Rosa (1615-1673). Il dipinto sarà esposto nelle sale dei maestri del XVII Secolo, ma subito dopo le feste natalizie avrà un suo momento espositivo speciale nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Circa 450mila euro la somma pagata dal museo, il cui comitato scientifico ha dato parere favorevole all'acquisto. L'opera si trovava all'estero da un numero di anni tale da non poter più essere più vincolata.
    Era oggetto di interesse da parte di vari musei internazionali e rischiava di non rientrare mai più in Italia.
    Il direttore degli Uffizi Simone Verde afferma: "Il prezioso ingresso in collezione della Strega di Salvator Rosa ci permette di accrescere qualitativamente il nucleo collezionistico della pittura seicentesca del museo con un autore che, napoletano di nascita e formazione, si muove tra Roma e Firenze caratterizzando in modo originalissimo l'arte italiana ed europea della metà del secolo".
    Il soggetto stregonesco ricorre nella produzione di Salvator Rosa e appartiene agli anni del soggiorno fiorentino, nei quali va collocata anche questa tela. Dal 1640 infatti, Rosa era stipendiato dal cardinale Giovan Carlo de' Medici e lo fu fino al 1648. Al centro del dipinto la maga malvagia compare inginocchiata; il suo corpo è sgraziato, cadente e il pittore vi infierisce quasi ossessivamente, accentuandone i segni del tempo e mescolando i tratti femminili con caratteristiche più androgine. Il viso è stravolto: la donna, una vecchia, sbarra gli occhi pieni di rabbia, impreca e brandisce un ramo in fiamme nella mano sinistra, ostentando nell'altra un contenitore di forma sferica dal quale spunta una figura diabolica, simbolo delle forze infernali evocate con i suoi malefici. Sparsi in terra vari oggetti, ciascuno dei quali ha un oscuro significato nel contesto del macabro evento: una brocca di vetro, delle monete, uno specchio, pezzi di ossa, un teschio e, in primo piano, squillante sul fondo bruno, un foglio bianco recante simboli esoterici insieme all'inconfondibile monogramma dell'autore: 'SR'.
    Il dettaglio più sinistro e raccapricciante della composizione è però il bambino avvolto in un panno, nella penombra in secondo piano, alle spalle della fattucchiera. Si tratta di un bimbo morto, in riferimento alla leggenda secondo cui le streghe utilizzavano il sangue infantile per preparare le pozioni magiche.
   

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