Nuovo sopralluogo condotto dalla procura di Prato al deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove il 9 dicembre 2024 un'esplosione ha causato la morte di cinque persone. Poi il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha disposto nuove perquisizioni nell'ambito delle indagini per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il magistrato si è recato di persona nuovamente sul posto e una volta terminata la visita ha disposto "perquisizioni, ispezioni e sequestri integrativi ulteriori, nei confronti di quattro obiettivi, funzionali a individuare documentazione necessaria per individuare le responsabilità dei soggetti, in ipotesi responsabili".
Il sopralluogo di questa mattina al deposito Eni, ancora sotto sequestro, ha visto coinvolti i consulenti tecnici nominati dalla procura e gli investigatori appartenenti all'Arma dei Carabinieri del Reparto Operativo del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Firenze, del Dipartimento Prevenzione Asl Toscana Centro (unità di Calenzano e Prato) e dei Vigili del Fuoco. L'obiettivo è di individuare le cause dell'esplosione e le indagini, precisa una nota, sono in corso di espletamento "con carattere di assoluta priorità".
Da quanto appreso le perquisizioni hanno riguardato sia persone fisiche che giuridiche: gli investigatori incaricati dalla procura di Prato sono tornati nella sede del deposito Eni e anche in quella della Sergen, la ditta che stava svolgendo lavori di manutenzione quando si è verificata l'esplosione. Sempre da quanto emerso la nuova attività disposta dalla procura pratese, a integrazione delle perquisizioni già svolte, sarebbe stata finalizzata ad acquisire un verbale, antecedente al disastro e di cui si farebbe menzione in altri atti, relativo alle attività svolte in relazione proprio all'intervento di manutenzione in programma nell'area del deposito dove è avvenuta l'esplosione.
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