Dopo sei mesi di lontananza hanno potuto riabbracciato il loro padre nell'appartamento a Firenze, al Villaggio Novoli, dove sono ospitati.
E' la storia di una famiglia rifugiata da Gaza, che si era dovuta separare: tre bambini, due maschi e una femmina, e la mamma sono arrivati a Firenze l'estate scorsa tramite i corridoi umanitari sanitari, e due dei piccoli, età uno e quattro anni, sono stati presi in cura al Meyer per una rara malattia genetica.
Il padre invece
era rimasto a Gaza. L'arrivo di quest'ultimo, tra l'altro
proprio nel giorno della festa dei papà, consentirà di scegliere
la cura migliore come specifica l'Aou Meyer.
Mamma e figli erano stati assegnati dalla Prefettura a una
struttura di accoglienza per richiedenti asilo gestita dalla
cooperativa il Girasole e poi hanno trovato alloggio in uno
degli appartamenti del progetto Case Preziose grazie alla
collaborazione con il Consorzio Fabrica. Nella valutazione su
come curare i bambini, si è reso necessario fare alcune
verifiche medico-sanitarie sul padre che quindi è potuto salire
su un aereo dell'esercito Italiano: ieri è atterrato a Pisa e
poi si è ricongiunto con i familiari. I due bambini, spiega il
Meyer, sono in cura presso il servizio di immunologia del
pediatrico fiorentino: hanno "una grave malattia genetica
caratterizzata da un grave deficit immunologico che li espone al
rischio di infezioni molto pericolose". Per loro, gli
specialisti del servizio guidato dalla professoressa Chiara
Azzari, "stanno valutando diverse opzioni terapeutiche tra cui
il trapianto o una terapia genica: di qui la necessità sanitaria
di fare arrivare il babbo per valutare l'eventuale compatibilità
con i bambini e decidere il trattamento più adeguato per curarli
al meglio". Per l'arrivo del papà, preciso l'Aou Meyer, è stato
necessario un "lungo lavoro sotto il profilo burocratico che ha
coinvolto il Servizio di assistenza sociale del Meyer e, come
sempre accade in questi casi, la Fondazione Meyer ha sostenuto i
servizi relativi all'accoglienza, come la mediazione
linguistica". "L'Irccs Meyer ha redatto una lettera spiegando
dettagliatamente la necessità di verificare le compatibilità del
padre e l'urgenza quindi di farlo arrivare a Firenze per fare
gli esami necessari - spiega la presidente de Il Girasole
Francesca Bottai -. La lettera è stata consegnata a
un'organizzazione che opera sul territorio palestinese per
l'evacuazione di persone per motivi sanitari urgenti". Lorenzo
Terzani, presidente del Consorzio Fabrica aggiunge: "E' stato un
lavoro di squadra, non facile ma motivato dall'unico obiettivo
di sostenere una famiglia già duramente provata e di permettere
il ricongiungimento di tutto il nucleo".
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