FIRENZE - "Un tempo la diffamazione aggravata per eccellenza era quella a mezzo stampa, oggi la giurisprudenza sta iniziando a trattare la diffamazione a mezzo social. Quindi si prevedono pene severe". Lo ha detto l'avvocato Michele Pansini intervenendo oggi a Firenze a un incontro su 'Selfbrand, come fare di se stessi un autentico brand - Come, quando e perché costruirsi una brand reputation efficace', ospitato in Consiglio regionale dalla commissione pari opportunità della Toscana.
Pansini è intervenuto spiegando "come difendere legalmente la propria immagine professionale" e ha sottolineato che "ci sono due diritti che possono essere tutelati: il diritto all'integrità morale e diritto all'integrità personale, sia in ambito civile che penale". Quanto a internet e ai social media "la parte giurisprudenziale è in evoluzione. C'è una maggiore consapevolezza e iniziano ad esserci delle pronunce in materia. L'ambito politico è quello da cui arrivano le prime pronunce. I politici sono stati infatti i primi a sporgere denunce a tutela della propria immagine e reputazione, e con l'arrivo delle prime pronunce si sta formando ed evolvendo la giurisprudenza in materia". "La grande piazza dei social contiene in essa una grande capacità lesiva dell'immagine e della reputazione di una persona. Uno pensa di essere a casa propria solo con una tastiera davanti ad uno schermo, in realtà siamo davanti al resto del mondo. E se si scrivono determinate cose si rischiano pene o risarcimenti importanti perché la potenzialità lesiva sui social media è enorme, ben maggiore di quella sui giornali e media tradizionali".
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