"I consumi delle famiglie
rappresentano quasi il 60% del Pil provinciale e il sensibile
deterioramento della capacità di spesa familiare, emerso dai
dati presentati oggi dall'Ufficio studi e ricerche della Camera
di Commercio, delinea un quadro che preoccupa. Si tratta di una
contrazione correlata al generale aumento dei prezzi,
soprattutto di quelli relativi a beni e servizi a cui le
famiglie non possono rinunciare (alimentari, di luce e gas), che
produrrà un inevitabile rallentamento della domanda,
verosimilmente tangibile a partire dal prossimo mese di
gennaio". Lo ha detto Luca Trentinaglia, vicesegretario generale
della Camera di Commercio di Trento, commentando il clima di
fiducia dei consumatori trentini rilevato nell'indagine
dell'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di
Trento. Un indice che risulta ancora negativo, pari a -19,3
punti, di poco migliore rispetto a quanto evidenziato nella
precedente rilevazione di aprile (-20,6 punti). Si tratta di un
dato in linea con quanto emerso sia a livello nazionale (-19,1
punti) che nel Nord Est (-18,9). Anche l'Osservatorio del Centro
di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti - ha spiegato
il direttore Carlo Biasior - "conferma il momento di difficoltà
soprattutto per la spesa energetica, mercato in cui regna ancora
una grande incertezza, impedendo, di fatto, scelte opportune di
risparmio attraverso la concorrenza tariffaria tra fornitori".
I consumatori che temono un peggioramento (lieve o netto)
sono oltre la metà degli intervistati (54,8%), coloro che
prevedono una condizione di stazionarietà sono il 38,0%, mentre
la percentuale di chi immagina un miglioramento raggiunge il
5,0%. Con riferimento alla valutazione della situazione
economica della propria famiglia nell'ultimo anno, prevale un
giudizio di stazionarietà espresso dal 64,7% dei consumatori
trentini intervistati. Il dato risulta in linea con quanto
rilevato ad aprile (62,6%), ma è decisamente inferiore al valore
emerso nell'autunno 2021 (80%).
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