"In Trentino diagnostichiamo
150-200 artriti reumatoidi. Questo significa che in provincia di
Trento ci sono dai 5mila ai 6mila pazienti affetti da malattie
reumatologiche, che provocano forti disagi e incidono molto
negativamente sulla qualità della vita". Così Roberto
Bortolotti, direttore dell'unità operativa complessa
dell'ospedale Santa Chiara di Trento, in occasione del convegno
organizzato a Trento dall'associazione Atmar, che rappresenta i
malati reumatici trentini.
A quanto emerso, le malattie reumatiche sono patologie che
interessano il 10% della popolazione di tutte le età, compresa
quella pediatrica, attestandosi maggiormente tra le persone
nella fascia dai 35 ai 65 anni. Si tratta di malattie croniche
che non guariscono, ma possono essere fermate o rallentate se
riconosciute e curate in tempo.
"La ricerca internazionale continua ad andare molto veloce -
ha proseguito Bortolotti - abbiamo a disposizione farmaci che
riducono sensibilmente il danno intervenendo su alcuni fattori
dell'infiammazione, limitandone gli effetti".
Nell'ultimo anno, a quanto riferito da Sara Tonetta, del
Santa Chiara, l'ambulatorio integrato ha gestito 57 gravidanze
(alcune ancora in corso), con complicazioni limitate e quasi
sempre gestibili.
"Una corretta informazione al paziente è fondamentale, anzi,
serve un vero patto di fiducia tra medico e paziente, perché da
queste malattie non si guarisce", ha concluso l'ex primario di
reumatologia Giuseppe Paolazzi.
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