Sovraffollamento, difficoltà a
garantire visite ed esami esterni al carcere per l' assistenza
sanitaria, attività lavorative e percorsi di riabilitazione e
reinserimento. È quanto riferiscono i consiglieri provinciali
Michele Dallapiccola, Paola Demagri e Paolo Zanella in seguito
alla visita nel penitenziario di Spini di Gardolo a Trento, dove
sono stati accompagnati dall'avvocato Fabio Valcanover. "Ad
oggi nella struttura di Spini sono presenti 343 detenuti di cui
35 donne e 198 stranieri - spiega la consigliera -. Si tratta di
quasi 110 persone in più rispetto a quelle previste dal
protocollo firmato da Ministero e Pat. Questo ovviamente si
traduce in una serie di gravi problematiche lesive della dignità
e del benessere sia dei detenuti che del personale".
Oltre al noto problema del sovraffolamento e alla mancanza
di agenti della Polizia penitenziaria, "rimane critica anche la
mancanza di educatori, che, anzi, peggiora. Già quest'estate
erano rimasti solo 3 educatori, invece che i 6 preventivati, ma
oggi in servizio ne rimangono solo 2", denunciano i consiglieri.
Solo 162 detenuti (il 48%) possono inoltre usufruire del
servizio di lavoro. Sono invece 70 i detenuti che soffrono di
vari disagi psicologici, a cui si aggiungono problemi di
tossicodipendenza. Il 90% dei detenuti si sottopone a cure
ansiolitiche e psichiatriche, ma l'assistenza non è abbastanza.
"Non possiamo chiedere un aumento della Polizia
Penitenziaria, non essendo questa facoltà della Provincia, ma
possiamo far sentire la nostra voce nel chiedere maggiore
assistenza sanitaria o l'istituzione del Provveditorato sul
territorio provinciale, per dare più garanzie e possibilità di
confronto e di interventi concreti", commentano i consiglieri.
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