A 25 anni di distanza la tragedia
del Cermis resta una ferita aperta anche se quest'anno il Comune
di Cavalese ed i familiari delle 20 vittime hanno deciso,
all'unanimità, di celebrare per l'ultima volta la ricorrenza a
livello istituzionale per coltivare una memoria più privata. "Le
vittime non verranno dimenticate: vi saranno commemorazioni
private e sarà compito del Comune di Cavalese portare avanti la
memoria di quanto avvenuto, coinvolgendo le fondazioni locali e
le scuole", ha spiegato all'ANSA il sindaco di Cavalese, Sergio
Finato.
Erano passate da pochi minuti le 15 del 3 febbraio 1998
quando un areo dei Marine americani, un Prowler EA-6B, tranciò
con un'ala il cavo portante della funivia del Cermis, facendo
precipitare per un centinaio di metri la cabina con a bordo 19
persone ed il manovratore. Le vite di sette tedeschi, cinque
belgi, due polacchi, due austriaci, un olandese e tre italiani
finirono in quel momento, a 400 metri dall'arrivo dopo una
giornata sugli sci. Una strage, come emerse da un rapporto
militare redatto dalle forze armate Usa un mese dopo l'incidente
ma pubblicato solo nel 2011, causata dal fatto che "l'equipaggio
dei Marine ha volato più basso di quanto non fosse autorizzato,
mettendo a rischio sè stesso e gli altri".
Alla commemorazione delle vittime odierna saranno presenti,
assieme a Finato, la viceministra Vannia Gava, il presidente
della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti e i consoli di Stati
Uniti e Polonia.
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