Non decollano in Trentino Alto
Adige i congedi parentali paterni: lo rilevano, in occasione
della Festa del Papà, l'Istituto promozione lavoratori e la
Commissione per le pari opportunità della provincia di Bolzano.
"I dati pre-pandemia - spiega una nota - mostrano una lenta
ma costante crescita dei padri che usufruiscono di
un'aspettativa facoltativa dal lavoro. La prolungata chiusura
delle scuole e dei servizi all'infanzia nella primavera 2020 e
le riaperture a singhiozzo dallo scorso autunno hanno fatto
pensare ad un cambio di paradigma per quanto concerne i congedi
dei padri, ma così non è stato".
Nel 2021 sono stati oltre 4.700 i padri lavoratori dipendenti
del settore privato, residenti in Regione, che hanno usufruito
del congedo obbligatorio di paternità, un numero in netto
aumento rispetto agli anni passati.
Diversa la situazione sul fronte dei congedi facoltativi. Dal
2009 al 2020, il numero di padri beneficiari di un congedo
parentale in Regione è risultato in lento ma costante aumento. I
padri in congedo facoltativo erano passati dal 10,6% al 28,0%
del totale dei beneficiari, ma nel 2021 la quota è di nuovo
diminuita al 24,4%.
Inoltre, i congedi dei padri continuano ad essere più brevi
rispetto a quelli delle madri e non accennano a crescere in
misura significativa. Nel 2021 il congedo durava, in media, 83
giorni se a prenderlo era la madre e 35 giorni se a prenderlo
era il padre. "La durata del congedo facoltativo dei padri si
aggira dunque attorno ai 30 giorni, che è proprio la durata
limite per la retribuzione al 100% secondo alcuni contratti
collettivi nazionali di lavoro, segno questo che il mantenimento
della retribuzione piena risulta essere decisivo per questo tipo
di scelta", osserva la ricercatrice Ipl, Maria Elena Iarossi.
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