"Noi polacchi siamo rifugiati nella
Ue e se non fossimo lì la guerra sarebbe in corso anche in
Polonia. Noi sosteniamo al massimo l'Ucraina e vogliamo una
volta per tutte mettere a posto la Russia che ha un sistema
politico sbagliato. Se il presidente avesse da onorare due
mandati quinquennali e niente più non ci sarebbe stato Stalin né
Putin, non ci sarebbero malfattori. Dobbiamo sostenerla affinché
costituisca un altro sistema politico. Nessuno dei giovani russi
sa se domani potrà essere obbligato a combattere e morire.
Cerchiamo di convincerli non con le armi e i carri armati ma con
la persuasione. Serve opera di persuasione da parte di ogni
Paese. Ogni giorno dico ai miei amici russi: domani toccherà a
te, a tuo figlio, a tua figlia. Non siamo contro di loro,
vogliamo aiutarli a vivere in un Paese normale": lo ha detto
Lech Wałęsa, presidente della Polonia dal 1990 al 1995 e Premio
Nobel per la pace nel 1983 al Festival dell'economia di Trento.
"Manca una coordinazione unitaria a capo dell'Europa unita. Da
soli non ce la si fa e ci vuole qualcuno che ispiri e faccia da
guida. È molto importante avere influenza come elettorato sulle
forze politiche perché le tendenze nazional popolari stanno
prendendo la mano un po' dappertutto. Né Francia né Italia hanno
possibilità di prendere e le redini nelle loro mani. Tutti in
Europa prendano in mano il loro destino e costruiscano una forte
leadership che la possa portare avanti", ha aggiunto.
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