"Io e la mia famiglia non possiamo
accettare una morte così orribile e cruenta. Un ragazzo esce di
casa per una passeggiata e non fa più ritorno perché ucciso dal
un orso. È una vicenda surreale, chi ha sbagliato, causando
questo disastro annunciato, se ne assumerà le proprie
responsabilità e pagherà il suo prezzo davanti alla giustizia".
Lo scrive, in una lettera inviata in esclusiva all'ANSA, Carlo
Papi, il padre del giovane Andrea, di 26 anni, ucciso dall'orsa
Jj4 nei boschi sopra l'abitato di Caldes, in Trentino, lo scorso
5 aprile.
"Questo caso, unico in Italia e forse anche in Europa, mai
accaduto da oltre un secolo, mai sarebbe dovuto accadere se solo
si fosse usato un briciolo di coscienza e responsabilità. I
responsabilità di questa triste vicenda, senza alcuna coscienza,
non si sono nemmeno rimossi dal loro incarico", si legge.
Nella lettera, Papi invoca giustizia per il figlio e chiede
le immediate dimissioni del presidente della Provincia di
Trento, dell'assessore alle foreste e del dirigente generale
della Protezione civile, foreste e fauna. "Queste figure di alto
profilo dirigenziale - precisa - hanno commesso degli errori
imperdonabili per non aver allertato i cittadini del pericolo
che incombeva sopra il nostro abitato con idonei cartelli di
grave pericolo, interdicendo le strade forestali con apposite
transenne di chiusura. Se ciò fosse avvenuto, mio figlio Andrea
oggi sarebbe ancora vivo".
Secondo Papi "la politica istituzionale cerca di addossare
tutte le responsabilità all'orsa, per potersi scrollare di dosso
quelle grosse colpe che ha da tempo sulla coscienza".
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