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Cisl e Flp, mobilitazione se chiude sede Trento Corte dei Conti

Cisl e Flp, mobilitazione se chiude sede Trento Corte dei Conti

A rischio di trasferimento a Venezia quasi 70 dipendenti

TRENTO, 13 gennaio 2025, 11:21

Redazione ANSA

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"Pronti alla mobilitazione" se passa l'emendamento al disegno di legge di riforma della Corte dei Conti che, tra le altre cose, prevede la riduzione da 21 a 6 sedi territoriali. La minaccia è delle segreterie della provincia di Trento della Cisl Funzione Pubblica e della Federazione dei Lavoratori Pubblici.
    La preoccupazione riguarda anche gli uffici di Trento e Bolzano, dove lavorano 70 persone (35 solo in Trentino più sei in arrivo in seguito a un recente concorso), che dovrebbero trasferirsi a Venezia: "Inaccettabile", secondo le due sigle. Il caso, scrivono in una nota Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Giuseppe Vetrone (Flp), "genera una grande preoccupazione" perché "danneggia le istituzioni e i dipendenti". Le due sigle fanno sapere di "non condividere affatto l'emendamento alla proposta di legge Foti sulla giustizia contabile che, di fatto, cancella le sezioni regionali della Corte dei Conti".
    La sede di Trento, alla quale si riferisce la nota (ma per quella di Bolzano vale lo stesso principio), opera in condizioni particolari: "Ci sono norme costituzionali e di attuazione che evidenziano una lesione delle prerogative dell'autonomia della Provincia e della Regione", assicurano Pallanch e Petrone.
    L'emendamento prevede la creazione di sei macroaree, in cui sono comprese anche sedi di regioni a statuto speciale e province autonome, "in contrasto con i principi dell'ordinamento costituzionale", si legge nella nota. "Si rischia di perdere il giudice contabile sul territorio che è in grado di garantire la corretta gestione dei conti pubblici e la lotta contro le cattive gestioni" insistono Pallanch e Vetrone.
    "Questo provvedimento lede tutti i principi costituzionali, comprese quelle prerogative dell'autonomia definite in norme di attuazione che sono al pari di norme costituzionali. La politica deve intervenire e non può restare in silenzio davanti a questa proposta inaccettabile - conclude la nota congiunta - Le misure di contenimento della spesa pubblica non possono passare per il taglio dei servizi pubblici e sulla pelle dei lavoratori".
   

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