Spegne cento candeline Loacker,
l'azienda dolciaria altoatesina che, da pasticceria locale, si è
trasformata in leader globale nel settore dei wafer premium e
delle specialità al cioccolato. In un secolo il numero dei
collaboratori è cresciuto da tre a 1.175. Oggi Loacker è un
brand mondiale presente in 110 Paesi, in modo rilevante
soprattutto in Nord America, Medio Oriente e Asia, che ha
raggiunto nel 2024 un fatturato globale di gruppo di 460 milioni
di euro.
La storia di successo prende il suo inizio nel 1925, quando
Alfons Loacker acquisì la piccola pasticceria di Bolzano in cui
aveva lavorato fin da giovane, dando vita a quella che sarebbe
diventata la "cialda di Bolzano". Alfons inventò i suoi famosi
wafer perché, essendo patito del calcio, nei fine settimana sul
campo di gioco gli serviva uno spuntino secco e durevole. Nacque
così "il primo snack italiano", come la famiglia ha ricordato
durante una conferenza stampa a Bolzano.
Andreas Loacker, vicepresidente del cda, ha ripercorso le
tappe più importanti dell'azienda, come il trasferimento della
produzione ad Auna di Sotto, sul Renon, a 1.000 metri di
altitudine, difronte al monte Sciliar, che ancora oggi è
presente nel logo. Ulrich Zuenelli, presidente del cda, ha
ricordato che "il fatturato estero, che agli inizi degli anni
'80 valeva appena mezzo milione di euro, oggi raggiunge i 255
milioni. In quarant'anni si è più che cinquecentuplicato. Con
vendite in oltre 110 Paesi di tutti i continenti detiene una
quota di mercato globale del 4,5%".
Ancora oggi tutti i prodotti Loacker sono prodotti a Auna di
Sotto e a Heinfels, nel Tirolo austriaco, "seguendo i più alti
standard qualitativi e i processi più moderni". "Nonostante la
sua impronta fortemente internazionale, Loacker segue strategie
di business sostenibili, rispettose dell'ambiente e delle
persone" e punta - ha annunciato Zuenelli - alla certificazione
"B Corp" grazie alla sua performance ambientale e sociale.
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