A Trento, nella sede provinciale delle Acli, si sta riunendo un gruppo di associazioni che, di fronte ai recenti femminicidi e ad altri episodi di violenza, intende avviare un coordinamento per favorire percorsi educativi più rispettosi delle diversità.
"Viviamo in un territorio ferito
dalla violenza di genere", spiega all'ANSA Marta Anderle del
coordinamento donne dell'Anpi a margine dell'incontro.
"Accanto a questa violenza, ne è stata inferta un'altra, che
è quella di sospendere i corsi all'educazione contro la violenza
di genere - aggiunge - Che è uno degli antidoti, ma forse il
più importante, perché i nostri figli hanno diritto ad
un'educazione che sia inclusiva, che sia critica, che sia di
conoscenza delle differenze e di valorizzazione delle stesse".
"L'idea sarebbe quella di cominciare ad agire insieme alla
rete che si è costituita senza attendere che sia la Provincia a
rimangiarsi le posizioni che ha assunto anni fa.
Vorremmo
operare una pressione sulla politica perché reintroduca questo
tema nelle scuole e cominciare ad agire dal basso, coinvolgendo
tutte le componenti della società, in particolare chi ha
responsabilità educative", aggiunge Paola Morini dell'Oivd
(Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne).
Tra le altre realtà che fanno parte del coordinamento ci sono
il Centro antiviolenza di Trento, Spi Cgil, Alfid, Acli Trentine
e Docet. Lo spunto per la nascita del tavolo, spiega ancora
Morini, è nato "da un intervento di Marta Anderle nell'ambito
della presentazione del libro 'Generare parità', edito da
VitrenD", e scritto dalla professoressa dell'Università di
Trento Barbara Poggio assieme alla dottoranda Gaia Celebrin.
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