L'allevamento di bestiame può
contribuire a dare una risposta al problema dell'emergenza
idrica. Ne sono convinti all'impianto di biogas "biwi" (Biogas
Wipptal Srl), in Alta val d'Isarco, dove si punta alla
valorizzazione del letame e dei liquami provenienti
dall'allevamento zootecnico.
Il gas risultante, spiega una nota di "biwi", "viene
trasformato in biometano di alta qualità, successivamente
liquefatto in bio-GNL che può essere utilizzato per alimentare
veicoli come i camion. Questo processo, inoltre, origina CO2,
che viene messa a disposizione dell'industria alimentare.
Infine, dalle parti liquide viene estratto concentrato di
fertilizzante, e tutto quello che rimane è acqua limpida".
A testimoniarlo c'è un acquario, installato presso
l'impianto, che viene alimentato dall'acqua recuperata dai
liquami. A parte i pochi litri necessari per il piccolo
acquario, l'acqua recuperata da "biwi", la cui qualità è
costantemente monitorata, finisce direttamente nel Rio di Vizze.
Manfred Gius, amministratore delegato di biwi, viene spesso
interpellato sulla questione dei nitrati che possono finire
nelle falde acquifere a causa dell'allevamento di bestiame da
latte: "Noi di 'biwi' - spiega - raccogliamo i liquami dagli
agricoltori e diamo loro esattamente la quantità di
fertilizzante di cui hanno bisogno, risolvendo così a monte il
problema dei nitrati. Inoltre recuperiamo quell'acqua che,
altrimenti, volendo esagerare, lascerebbe filtrare i nitrati
nelle falde acquifere".
Ma quanta acqua può essere restituita al ciclo naturale
attraverso l'osmosi inversa operata da biwi? Gius non ha dubbi
in merito: "A pieno carico ne recuperiamo circa 50.000 metri
cubi l'anno, quantità equivalente al consumo annuo di un intero
paese di 1.000 abitanti".
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