I "considerevoli proventi illeciti"
dell'organizzazione criminale affiliata a una cosca calabrese,
operante a Perugia da 6 anni "sono stati reimpiegati per
acquistare beni immobili ed attività commerciali nel settore
dell'intrattenimento e del fotovoltaico, anche intestati a
prestanome", per "dissimulare la reale riconducibilità dei beni
alla cosca", spiegano i Ros. Il tribunale ha posto sotto
sequestro beni nelle disponibilità degli indagati per oltre 30
milioni di euro.
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