"La nostra è una decisione estremamente razionale, abbiamo scelto la strada della responsabilità e della cura per la comunità, anche per quello che sta succedendo a livello mondiale": lo dice all'ANSA Arianna Ciccone, in merito all'annullamento del Festival internazionale del giornalismo 2020.
"Ci stanno mandando messaggi di affetto, amore e sostegno. Sto piangendo da due giorni, ma era la scelta più giusta e responsabile da fare. Peccato però che qualcuno non lo capisca, perché vedo critiche anche ingiuste e crudeli". "Sono giorni che monitoriamo tutto con le istituzioni. Eravamo decisi ad andare avanti. In Umbria ci sono al momento solo due casi, ma non è questo il punto. L'Organizzazione Mondiale Sanità dichiara che c'è un rischio sempre più alto con la diffusione del virus a livello mondiale, gli Usa sconsigliano i viaggi non necessari in Italia, le compagnie aeree cancellano voli, le università straniere cancellano viaggi a Perugia, gli eventi importanti vengono cancellati in tutto il mondo".
Ciccone tiene anche a precisare che "non c'è stata alcuna paura" da parte degli ospiti e degli speaker stranieri che dovevano venire a Perugia. "Erano tutti disposti a venire, nessuno ha disdetto, però aspettavano da noi una parola chiara". "In un contesto del genere - osserva però - è doveroso prendersi la responsabilità della decisione, se anche gli esperti ci danno indicazioni su comportamenti da attuare e ci dicono che in un contagio simile, quasi vicino alla pandemia, la cosa importante è non frequentare luoghi pubblici affollati. Noi come Festival non possiamo andare avanti creando un luogo pubblico affollato a livello internazionale. A Perugia in quei giorni arriva gente da tutto il mondo. Bisogna invece ragionare lucidamente". Gli organizzatori del festival sono anche consapevoli del colpo economico per la città. "Ma è un colpo economico anche per il festival visto che per i nostri interessi economici sarebbe stato più facile andare avanti" sottolinea Ciccone che poi invita tutti - festival, cittadini, alberghi, attività commerciali - "a fare fronte comune perché se non siamo uniti e solidali ora non ce la facciamo". E sulla ipotesi di spostare l'evento in un altro periodo dell'anno commenta così: "Ci abbiamo pensato ma per la struttura dell'evento è una cosa impraticabile".
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