"Non serve mettere 'sotto chiave'
gli anziani per salvarli dal Covid. La soluzione è invece in una
consapevolezza collettiva del problema e l'adozione di misure di
comportamento adeguate da parte di ogni persona, di qualunque
età": Patrizia Mecocci, professore ordinario di Gerontologia e
Geriatria all'Università di Perugia e direttore della struttura
complessa dell'ospedale del capoluogo umbro, commenta l'ipotesi
di un lockdown selettivo per le fasce d'età più avanzate. Lo fa
rispondendo all'ANSA.
"C'è un valore intrinseco della persona che va rispettato al
di là di quale sia la sua età" afferma Mecocci, che dirige la
Scuola di specializzazione in Geriatria dell'Ateneo. "Gli
anziani - aggiunge - si proteggono creando le condizioni perché
possano portare avanti in sicurezza la loro vita quotidiana e le
loro attività, dal fare la spesa a prendere un autobus .
Bisogna insistere sui punti fondamentali di comportamento, come
indossare la mascherina, curare l'igiene delle mani ed evitare
assembramenti, per cercare di mettere in sicurezza tutti, non
solo gli anziani. Serve un atteggiamento univoco da parte di
tutta la società formata da persone consapevoli dei rischi che
ciascuno di noi può rappresentare per l'altro".
"Dobbiamo poi considerare - continua poi la professoressa
Mecocci - che molti anziani vivono in famiglia, con figli e
nipoti, oggi spesso con figli 'di ritorno' separati o
divorziati. Molte famiglie poi sono in case di piccole
dimensioni, magari dotate di un solo bagno. Come si può
immaginare di impedire la diffusione del virus all'interno delle
famiglie se non puntando sulla responsabilità di ogni membro? Il
mondo reale è fatto di persone di tutte le età che vivono
insieme. Cosa facciamo in questi casi? Cerchiamo di essere
realistici. Senza contare poi che l'isolamento sociale, se anche
avvenisse, può rappresentare per l'anziano un rischio tanto
quanto il virus".
"Certo è che oggi - sostiene ancora Mecocci - sarebbe
importante fare in modo che chi si ammala di Covid non sia in
così gravi condizioni da essere costretto ad andare in ospedale,
dove intanto continuano comunque ad affluire i soggetti colpiti
anche da tutte le altre patologie che non sono certo scomparse".
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