"Entro tre giorni al massimo
arriveremo a una disponibilità di 127 posti di terapia
intensiva, come stabilito dal piano pensato con il ministero, ma
stiamo guardando anche oltre grazie a quello di salvaguardia":
così la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ha
commentato, illustrando le prossime mosse, il dato che fissa le
terapie intensive occupate dai malati Covid al 60%, con l'Umbria
che si trova in seconda posizione a livello nazionale rispetto
ad una soglia di allerta fissata dal ministero della salute al
30%.
Intervistata da Sky Tg24 la presidente Tesei ha detto che
prima di tutto "va esaminato il dato nazionale, perché il
sistema sanitario è in grande difficoltà in tutte le regioni".
Per l'Umbria, ha poi precisato, prima del Covid il numero di
terapie intensive "era molto basso su tutto il territorio": 59
ordinarie più le 10 a disposizione delle sale operatorie.
"Partendo da qui - ha ricordato - abbiamo realizzato in accordo
con il ministero l'implementazione per arrivare a 127 posti
totali di intensive e 62 di semintensive, applicando però un
sistema modulare per non sottrarre la disponibilità alla cura
delle altre patologie non Covid". Un tema questo, per Tesei,
"che differenzia la fase 2 dell'emergenza dalla fase 1". "Nella
prima infatti - ha aggiunto - c'è stato un lockdown totale e
molti bisogni di terapie intensive sono venuti meno, se si pensa
ad incidenti stradali ed infortuni sul lavoro, visto che tutto
era bloccato. Oggi invece non è così e per questo motivo abbiamo
attivato in maniera modulare le terapie".
Ad oggi, ha ricordato la presidente della Regione, si possono
contare 111 terapie intensive (62 quelle occupate) oltre a 59
subintensive. "Contiamo quindi nel giro di tre giorni al massimo
di attivare completamente tutte le 127 previste dal piano che
avevamo predisposto - ha ribadito Tesei - ma in più ci stiamo
preoccupando di realizzare il cosiddetto piano di salvaguardia
che supererà il piano che era previsto per la seconda ondata di
emergenza".
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