(ANSA) - PERUGIA, 04 MAR - La curva che caratterizza
l'andamento in Umbria della pandemia Covid "è in discesa
costante ormai da una ventina di giorni". E' quanto emerso dalla
conferenza stampa di aggiornamento settimanale tenuta dalla
Regione. Il calo è "piuttosto lento" rispetto alla fase
precedente.
Sotto la soglia dei 200 casi di positività al Covid (183,64)
come incidenza per 100 mila abitanti è la media regionale, anche
se permangono ancora differenze sostanziali tra le due province
(Perugia 221,27 casi e Terni 74,74).
In Umbria si registra, inoltre, una tendenza alla diminuzione
per i decessi, con il tasso di letalità rispetto ai positivi che
è al 2,3% (dato italiano è 3,3%). Con l'assessore regionale Luca
Coletto che ha così commentato: "Sostanzialmente i provvedimenti
presi per contenere l'epidemia ci stanno dando ragione".
I dati evidenziano anche "una discesa nella media mobile dei
ricoveri ordinari". Per le terapie intensive pure c'è "una
tendenza al decremento, anche se i numeri sono oscillanti".
Quanto ai dati di oggi, scende dell'11% il numero dei nuovi
contagi e prosegue anche il calo degli attualmente positivi:
7.737 (201 in meno di ieri). Si registrano però altri otto
morti. I nuovi positivi sono 267. I guariti sono 460. In aumento
i ricoverati: sono 518, quattro in più di ieri, ma uno in meno
(82) in terapia intensiva. Il tasso di positività complessivo
(antigenici e molecolari) è del 3,89 per cento.
Quanto alle vaccinazioni l'obiettivo della Regione Umbria è
l'utilizzo superiore all'80%, in base alle dosi a disposizione,
delle tre tipologie di vaccini al momento disponibili. Per
l'assessore regionale alla Salute, gli ultimi dati "sono
rassicuranti perché il numero di vaccinazioni è aumentato.
Coletto ha sottolineato che "c'è ora una programmazione delle
forniture che ci permette di riuscire a calendarizzarne la
somministrazione", oltre ad annunciare l'offerta di
collaborazione da parte di medici in pensione e operatori
disponibili a vaccinare.
Coletto ha infatti sottolineato che "per l'Umbria il problema
attuale non è la capacità della macchina vaccinale ma quello
dell'utilizzo delle 'poche dosi' che vengono consegnate alla
regione". (ANSA).