Sono 6.830 le strutture ricettive,
i bar e i ristoranti coinvolti in Umbria nella seconda "Pasqua
perduta" a causa del Covid che coinvolge anche oltre 25 mila
addetti. Lo rileva la Camera di commercio regionale.
Su base tendenziale l'andamento degli addetti ha subito
inoltre una flessione di oltre 2mila unità.
Circa la metà della forza lavoro che resterà a casa - si legge
in un comunicato della Camera di commercio - è impiegata in
Umbria nei ristoranti (11.071), 7.046 nei bar, quasi 3 mila
negli alberghi (2.998).
L'analisi consegna un bilancio "fortemente compromesso" dalle
conseguenze della pandemia. Le cessazioni per i bar, ristornati
e alberghi nell'anno del Covid, (al 31 dicembre 2020) sono state
quasi il triplo delle iscrizioni. In Umbria l'anno si è chiuso
infatti con 126 nuove aziende a fronte di 319 che non ce l'hanno
fatta.
Per la Camera di commercio la perdita più pesante è registrata
dal comparto della ristorazione, che ha chiuso il 2020 con un
saldo "fortemente negativo", sono 35 le imprese che si sono
iscritte ai registri camerali a fronte di 102 che hanno gettato
la spugna, di cui 78 operanti nella provincia di Perugia e 24
nel ternano. Un settore che tradizionalmente risente - sempre
secondo l'ente camerale - di una elevata dinamicità e di un turn
over piuttosto marcato (anche nel 2019 e nel 2018 infatti il
comparto ha chiuso l'anno in rosso), ma nel 2020 la perdita di
imprese è stata "decisamente più marcata".
"Questa Pasqua perduta rappresenta un grave colpo non solo per
il turismo e i settori ad esso collegati ma per tutta l'economia
- ha sottolineato il presidente della Camera di commercio
dell'Umbria, Giorgio Mencaroni - e comporterà una perdita di
fatturato notevole, se si considera anche che le festività
pasquali, quest'anno, sarebbero state di fatto l'unica occasione
per un ponte primaverile, visto che il 25 aprile da calendario
coincide con la domenica e il 1 maggio è sabato. Lo stop
pasquale oltretutto arriva dopo una partenza d'anno già molto
complicata per il nostro sistema delle imprese, molte delle
quali non lavorano ormai da un anno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA