"Serve un'anagrafe
vaccinale nazionale attraverso la quale si possa risalire a chi
ancora non è stato vaccinato. L'obiettivo è raggiungere
l'immunità di gregge che, con la variante indiana, si ha solo
con l'85-90% della popolazione sottoposta a vaccino": a dirlo è
stato il prof. Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia
all'Università di Padova, durante il webinar "Immuni, un'app di
cittadinanza", organizzato dalla sezione Umbria delle Autonomie
locali italiane. Iniziativa cui hanno preso parte anche
Massimiliano Presciutti, presidente di Ali Umbria e sindaco di
Gualdo Tadino e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di
Ali nazionale.
"Molte persone - ha detto Crisanti - hanno mancato
l'appuntamento con la somministrazione della dose, come ad
esempio gli anziani sprovvisti di strumenti informatici o gli
immigrati irregolari. E se a questi si aggiunge una bassa
tracciabilità del virus in Italia diventa difficile arrivare
all'immunità di gregge".
"Nel nostro Paese - ha rilevato ancora Crisanti - vengono
eseguiti poco più di 200 mila tamponi al giorno, contro gli 800
mila dell'Inghilterra, un numero insufficiente per avere una
fotografia reale dei contagi, che comunque sono in calo. Il
ritorno d'attualità dell'app Immuni è dovuto proprio alla
necessità di un maggiore tracciamento del virus. Immuni non ha
funzionato perché incarcerata in una serie di disposizioni
legislative che l'hanno resa inefficace".
Crisanti ha quindi proposto di utilizzare anche in Italia il
sistema adottato dall'app inglese, che "richiede la
geolocalizzazione, da parte del cittadino, ogni volta che entra
in un luogo pubblico". "Penso - ha aggiunto - che questo possa
essere un compromesso accettabile. Questo metodo - ha concluso
Crisanti - permetterebbe di avere sempre una fotografia
aggiornata in caso di nuovi casi di contagio che si possano
registrare in un luogo piuttosto che in un altro".
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