Hanno combattuto il Covid in prima linea come personale sanitario e sono stati tra i primi a ricevere il vaccino quando ancora non erano noti tutti i rischi, hanno contratto il virus e sono tornati al lavoro nei reparti una volta guariti, ma ora per una questione burocratica non possono avere il Green pass. "Una beffa enorme che ci provoca un profondo senso di ingiustizia, anche perché paradossalmente in questo momento per lo Stato siamo sullo stesso piano formale di un no-vax mentre noi crediamo nella scienza" sottolinea con l'ANSA, dall'Umbria, uno dei sanitari, che chiede di restare anonimo.
Una condizione che coinvolge nella regione oltre un migliaio tra medici, infermieri e personale assistenziale di strutture pubbliche e private.
"Siamo finiti - spiega il sanitario - in un buco informatico e amministrativo. Siamo considerati dalle Istituzioni immuni e abili al lavoro, da un lato, ma se vogliamo andare a una cena al chiuso, a un evento, in piscina o al cinema l'unico modo è farsi a pagamento un tampone per avere una 'certificazione verde' comunque temporanea. Il paradosso è anche che possiamo entrare negli ospedali come personale sanitario ma non come semplici cittadini ai quali è richiesto il Green pass".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA