Una lettera per chiarire le
ragioni per cui "la Soprintendenza dell'Umbria abbia proceduto
alla rimozione dell'intonaco posato nel 1943 a copertura del
fascio littorio del Mercato coperto di Perugia" è stata inviata
dal capogruppo del Pd in Regione, Tommaso Bori, e quella in
Comune, Sarah Bistocchi, alla Direzione generale archeologia,
belle arti e paesaggio e alla segreteria generale del Mibact.
"Abbiamo ritenuto doveroso compiere questo atto formale -
sottolineano i due capigruppo in una nota - al fine di chiarire
una vicenda che da mesi sta mettendo in forte imbarazzo
un'intera città. La scelta di riportare alla luce quel simbolo
ha comportato la rimozione di un intonaco che aveva assunto un
valore storico, quale testimonianza di una stagione iconoclasta
motivata dalla volontà di riscattare quanti avevano immolato la
propria vita per la liberazione dal fascismo. Ci domandiamo
dunque dove stia la coerenza tra il procedimento di vincolo, che
ritiene il bene in questione d'interesse storico e artistico e
addirittura eccezionale per l'integrità e la completezza del
patrimonio culturale della Nazione, se proprio parte di
quell'integrità e completezza storica, rappresentata
dall'intonaco coprente, è stato cancellato dal restauro estetico
del fascio littorio. Riteniamo pertanto doveroso che le
Istituzioni nazionali competenti si interessino della vicenda
arrivando a valutare nel merito la coerenza e la pertinenza
della scelta compiuta dalla Soprintendenza dell'Umbria".
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