"Scaltre" e "senza
scrupoli", ma anche astute: è il profilo che traccia la polizia
delle sei donne accusate di avere fatto parte del presunto
"consorzio familiare" dedito a furti nelle abitazioni tra le
zone di Assisi e la Toscana sgominato dalla polizia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori la più piccola ha
22 anni e la più grande 40 e a loro è attribuito un ruolo "di
certo non secondario". Alcune di loro erano specializzate negli
scippi e nei furti in abitazione che mettevano a segno - in base
all'indagine - aggirando le padrone di casa, scelte
appositamente sole e anziane, spacciandosi per venditrici di
articoli vari o bisognose dei servizi igienici. Altre donne
avevano compiti logistici: c'era chi si prestava a farsi
intestare le auto che sarebbero state utilizzate per commettere
i furti, chi trasportava la refurtiva fuori regione per essere
piazzata e chi invece aveva il compito di custodire gli oggetti
di valore dopo essere stati rubati e portati agli uomini della
banda.
L'indagine è stata condotta dal commissariato di Assisi
diretto dalla dottoressa Francesca Di Luca.
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