"La maggioranza e la Giunta regionale, anche oggi, sono fuggite dalle proprie responsabilità, evitando di discutere due atti importanti che i gruppi di opposizione avrebbero voluto affrontare nel corso dell'Assemblea legislativa. I problemi della sanità umbra e le priorità vere del Pnrr restano così sullo sfondo mentre l'unico interesse che merita l'attenzione della Lega e dei suoi alleati è quello della campagna elettorale": lo sostengono i Gruppi di minoranza di Palazzo Cesaroni, Partito democratico, M5s, Patto civico e Misto, criticando l'Esecutivo a seguito della mancata prosecuzione dei lavori. I consiglieri regionali di opposizione, dopo aver ascoltato i lavoratori riuniti in protesta di fronte al Consiglio regionale, sottolineano "la necessità di riaprire subito un tavolo di confronto e contrattazione con i sindacati del comparto sanitario, rispetto al mancato riconoscimento dell'applicazione dell'accordo del 5 maggio e la decurtazione delle Risorse economiche per il personale impegnato nell'attività Covid riferito all'anno 2020, alla mancata rivalutazione dei Fondi contrattuali secondo il decreto Calabria e, di fatto, la mancanza della sottoscrizione dei Ccdi riferiti al Ccnl 2016/2018 oltre alla spesa per straordinario senza controllo anche per l'anno 2021, alla mancata previsione di risorse regionali per la Contrattazione decentrata, alla mancata riapertura di attività ospedaliere e ambulatoriali con conseguente allungamento dei tempi d'attesa e ricorso a prestazione private o viaggi della salute". Gli esponenti consiliari di Pd, M5s, Patto civico e Misto rimarcano poi la "scarsa progettualità di un Recovery plan regionale che avrebbe invece dovuto contenere progetti per arrestare la crisi dell'Umbria, rilanciando la nostra economia, attuando politiche di contrasto al calo demografico, investendo sull'occupazione femminile e giovanile, rafforzando la sanità pubblica". "Il piano regionale predisposto dalla Giunta, cosi come la relazione fatta oggi in Aula dalla Presidente Tesei - sostengono -, non forniscono una visione strategica e non tengono conto delle reali necessità dell'Umbria, ma risultano essere solo un assemblaggio di progetti, spesso in contraddizione tra loro, per lo più datati ed archiviati dalle precedenti Amministrazioni. Progetti (peraltro nessuno nella provincia di Terni) che non puntano su un nuovo modello di sviluppo, come ad esempio, da una riconversione industriale nei territori più svantaggiati, e non tengono conto della strategia messa a punto dal governo e da Bruxelles che si regge principalmente su due pilastri: la digitalizzazione e la transizione ecologica".
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