"Il sindaco Latini chieda scusa
alle donne, ritiri l'indegna ordinanza sul divieto di indossare
abiti succinti e si occupi, davvero, del degrado della sua
città, sempre che ne sia capace, altrimenti rassegni le sue
dimissioni. Questa è l'unica cosa che può fare se tiene al
decoro e all'immagine di Terni". E' quanto afferma il segretario
regionale umbro del Pd, Tommaso Bori.
"Non possiamo che tornare a denunciare con forza questo clima
oscurantista - aggiunge Bori in una nota del Pd - che la Lega
prova gettare sull'Umbria. Non è la prima volta che questa
destra tenta di comprimere i diritti e la libertà della persona
e in particolare delle donne. Era già successo pochi mesi fa sul
tema dell'interruzione volontaria di gravidanza".
"Oggi il sindaco Latini assurge alle cronache nazionali non di
certo per i risultati conseguiti durante il governo della sua
città ma per aver scambiato i problemi connessi alla tratta e
allo sfruttamento della prostituzione per un mero fatto
riconducibile al comportamento delle donne e soprattutto al loro
abbigliamento. Tutto ciò è inaccettabile tanto più che, nella
sua ordinanza, non si trova nulla rispetto al contrasto
effettivo di atteggiamenti criminali, né sul rafforzamento
della vigilanza notturna, ma tutto viene ridotto alla lunghezza
di un abito o all'ampiezza di una scollatura come purtroppo
accade nei paesi in cui i diritti delle donne vengono ancora
negati a causa di credi religiosi e regimi totalitari. Tutto
questo è lontano anni luce dalla cultura democratica e liberale
della nostra Umbria".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA