Sono in aumento i ricoverati Covid
negli ospedali dell'Umbria, 55 lunedì 13 dicembre, tre in più
rispetto a domenica. Otto, uno in più, i posti occupati in
terapia intensiva. Lo riporta il sito della Regione.
Nell'ultimo giorno sono emersi 126 nuovi positivi e 75 guariti.
Nessuna nuova vittima è stata invece registrata per il virus.
Gli attualmente positivi sono 2.394 (51 in più rispetto a
domenica). Sale di molto il tasso di positività, al 3 per cento
(era 1,82 lunedì della scorsa settimana).
Sono state intanto 5.166 le terze dosi di vaccino somministrate
in occasione del vaccine day che si è svolto domenica 12
dicembre, il secondo del mese. Raggiunta una copertura del 21,38
per cento della popolazione.
Complessivamente dal primo al 12 dicembre in Umbria sono state
somministrate 75.357 dosi di vaccino anti-Covid nella
popolazione adulta, 8.037 in più rispetto al target stabilito
dal commissario nazionale per l'emergenza, ha riferito
l'assessore regionale regionale alla Salute, Luca Coletto.
E a partire dal 16 dicembre la Regione aprirà le prenotazioni
per la vaccinazione della fascia di età compresa tra i 5 e 11
anni. In Umbria i bambini coinvolti sono 50.100. Di questi 5.200
sono risultati positivi dall'inizio della pandemia, mentre mille
attualmente non sono vaccinabili perché positivi o guariti da
poco.
"I bambini fragili sono all'incirca 2.000 - ha evidenziato
l'assessore Coletto - e proprio questa fascia sarà vaccinata
prioritariamente non appena saranno caricati tutti i dati
relativi anche all'esenzione e al tipo di problematiche".
A proposito di bambini fragili, il commissario per la gestione
dell'emergenza sanitaria in Umbria, Massimo D'Angelo, ha reso
noto che "la Regione ha deciso di inserire nella categoria dei
bambini fragili anche quelli che per reddito familiare sono
esenti da ticket. Si tratta di una forma di attenzione verso
questi bambini, visto che gli aspetti socio-economici
rappresentano un fattore determinante di salute. Infatti, se
questi bimbi, che vivono in situazioni di disagio economico e a
volte anche sociale, dovessero infettarsi, potrebbero avere più
problemi nella gestione della malattia, rispetto ad altri più
avvantaggiati".
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