"La decisione di interrompere (per
almeno un mese, si dice) l'attività chirurgica all'ospedale di
Assisi è assurda, grave e inaccettabile". E' quanto affermano
Mario Bravi, segretario generale Spi Cgil Perugia, e Maurizio
Ceccarani, segretario Lega Spi Cgil Assisi-Bastia. "L'assenza di
personale, che viene addotta come motivazione, non giustifica
tale impostazione e semmai - osservano - conferma
l'inadeguatezza delle politiche messe in atto dalla giunta
regionale.
La realtà amara è che nella nostra regione manca una politica
sanitaria all'altezza della situazione e quando una politica c'è
è tutta impostata sullo smantellamento del servizio sanitario
pubblico e sulla privatizzazione, come dimostrano le linee guida
del nuovo Piano sanitario regionale.
Tale impostazione però si scarica sui cittadini (come dimostra
anche l'annosa questione delle liste d'attesa), a partire dai
pensionati e dagli anziani, che esprimono più bisogni e piu'
fragilità".
"L'ospedale di Assisi - sottolineano Bravi e Ceccarani - è
strategico non solo per le 60 mila persone, che abitano nel
territorio circostante, ma anche per quello che la città di S.
Francesco esprime da un punto di vista turistico e non solo.
Noi ci opponiamo alla scelta di chiudere l'ospedale di Assisi e
lo Spi Cgil proporra' da subito, di costruire una immediata
mobilitazione unitaria e popolare per tutelare un presidio così
importante per la difesa della salute dei cittadini".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA