(ANSA) - PERUGIA, 15 FEB - "Non ricaviamo nel territorio
elementi e tracce di gruppi riconducibili a mafie storiche ma
possiamo essere un varco dove possono entrare in gioco forze
criminali": lo ha affermato il prefetto di Perugia Armando
Gradone durante la firma in prefettura del protocollo d'intesa
anti infiltrazioni mafiose con il procuratore della Repubblica
presso il tribunale di Perugia Raffaele Cantone.
Gradone ha parlato di una collaborazione che "c'è sempre stata
ma che ora vuole andare oltre".
Il rischio penetrazione della criminalità organizzata, ha
sottolineato ancora il prefetto, può essere stimato attraverso
alcuni "bacini di conoscenza" per valutare lo stato delle cose
come "i contatti giudiziari, le attività di prevenzione
antimafia e la parte dell'intelligence per analizzare le
vulnerabilità".
"Da questo bacino di informazioni - ha proseguito Gradone -
ricaviamo una analisi che coincide con quella fatta dal
procuratore generale di Perugia Sergio Sottani (presente anche
lui durante la firma) ad inizio anno giudiziario".
La "non emersione di casi preoccupanti" non esclude per Gradone
la riflessione su altri elementi da attenzionare: "Ci sono
soggetti che fanno parte della comunità umbra ormai da anni ma
che mantengono legami con territori di origine come con le
cosche della 'ndrangheta, come anche la presenza di realtà
imprenditoriali con sede legali in altre regioni come la
Campania".
Per questo motivo, secondo il prefetto, il territorio "non è
esente da vulnerabilità" considerate anche le risorse verranno
investite con il Pnrr così come quelle dell'area del cratere per
la ricostruzione. Altra vulnerabilità evidenziata da Gradone è
anche quella relativa alle difficoltà che la pandemia ha creato
nel tessuto economico regionale. "Il sistema immunitario della
regione deve rafforzarsi e anche per questo nasce il protocollo"
ha poi concluso. (ANSA).