Un'invocazione a San Valentino,
venerato sin dal Medioevo come patrono della riconciliazione, un
appello alla pace perché la guerra finisca subito, un
"abbraccio" alla comunità ucraina di Terni e ai profughi accolti
in città: ci saranno anche testimonianze dall'Ucraina e dalla
Russia sabato sera alle 21, al teatro Secci, per l'ultimo evento
del Valentine Fest dell'Istess, l'Istituto di studi teologici e
storico-sociali.
Una serata che vedrà il TgSuite Live di David Riondino, un
telegiornale in cui le notizie sono cantate, e la consegna del
premio San Valentino per il cinema ad Alessandro D'Alatri. Tra
le testimonianze attese, il reportage di guerra realizzato per
la serata dal regista Vladyslav Kompaneec Robsky, l'intervista a
padre Giovanni Guaita del Patriarcato di Mosca e la
presentazione del videoclip Santo Valentino, basato su una
ballata medievale polacca.
La serata - hanno spiegato gli organizzatori - si propone di
raccogliere un collettivo di "Artisti uniti per la pace" aperto
a tutti coloro che vorranno aderire all'iniziativa per esprimere
solidarietà al popolo ucraino e dire una parola contro la
guerra.
"San Valentino è patrono della pace perché la pace si genera
dall'amore" ha commentato il vescovo di Terni, Francesco Antonio
Soddu, durante la presentazione dell'evento. "Vogliamo dunque
invocarlo - ha continuato - affinché arrivi la pace, quella
vera, che non sia semplicemente assenza di guerre. Ci sono tanti
conflitti dimenticati, noi non vogliamo farlo ma mettere tutto
nel cuore di San Valentino, attraverso il nostro
interessamento".
Arnaldo Casali, direttore dell'Istess, ha ricordato che San
Valentino "è patrono della pace sin dal 1400". "Unisce oriente e
occidente nel culto - ha continuato -, è dunque la figura a cui
rivolgersi ed invocare in questo momento così tragico".
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