Emerge un aumento della richiesta
di aiuto psicologico del 39% nell'ultimo anno in Umbria da
un'indagine nazionale del Cnop (Consiglio nazionale Ordine
psicologi). Un dato - viene spiegato dall'Organismo di categoria
- che riflette l'aumento delle situazioni di disagio
recentemente segnalate da una indagine promossa
dall'Osservatorio umbro sul benessere psicologico in base alla
quale il 21% degli umbri aveva disturbi di ansia e il 19% una
condizione depressiva.
Secondo un'altra indagine dell'istituto Piepoli la conseguente
richiesta di aiuto ha trovato sbocco quasi esclusivamente nel
privato. Due umbri su cinque hanno infatti dichiarato di avere
cercato lo psicologo nelle strutture pubbliche e di non averlo
trovato.
Gli umbri - si legge ancora in comunicato dell'Ordine degli
psicologi -esprimono una indicazione "molto forte"
sull'importanza di una rete psicologica pubblica "adeguata ai
tempi e ai bisogni dei cittadini". Al primo posto dove
vorrebbero trovare lo psicologo indicano l'ospedale (87%), poi i
servizi sanitari del territorio (86%), la scuola (84%), servizi
sociali (84%), strutture per anziani (82%), studi dei medici di
famiglia (81%),
assistenza domiciliare (81%), servizi comunali (78%) e luoghi di
lavoro (75%).
Per il presidente degli psicologi umbri David Lazzari, "come
si vede aumenta la domanda e aumentano i cittadini che cercano
una consulenza e interventi psicologici nei contesti pubblici,
ma rimangono delusi perché mancano i professionisti in grado di
dare risposte". A suo avviso "la consapevolezza dell'importanza
di queste figure nei contesti pubblici è molto aumentata negli
umbri che, come si vede da questi dati, ritengono importante
questa presenza con percentuali altissime, indicando con
precisione i contesti dove vorrebbero trovare queste risposte".
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