La diminuzione del 4,4% della
produzione dei rifiuti da conseguire al 2035, l'incremento della
raccolta differenziata al 75% sempre entro lo stesso anno, oltre
al raggiungimento dell'indice di riciclo del 65% e la riduzione
del conferimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non
recuperabili fino a un tetto del 7% al 2030, con cinque anni di
anticipo rispetto agli obiettivi fissati dalla programmazione
nazionale ed europea, sono fra gli obiettivi "sfidanti" che la
Regione Umbria si propone di conseguire con il nuovo Piano
regionale di gestione integrata dei rifiuti.
Le azioni "qualificanti e strategiche" sono state illustrate
dopo l'approvazione da parte della Giunta regionale della
delibera con cui è stata preadottata la proposta del nuovo
Piano.
Punti salienti sono anche il recupero di materia, scandito
dall'obiettivo di incrementare la raccolta differenziata al 75%,
e la valorizzazione energetica del rifiuto e degli scarti della
raccolta indifferenziata con l'entrata in funzione di un
termovalorizzatore dal primo gennaio 2028.
Elemento definito "chiave" del nuovo Piano, insieme
all'incremento della raccolta differenziata e dell'indice di
riciclo dei rifiuti, "è il ruolo sempre più marginale delle
discariche" come ha sottolineato l'assessore Morroni. "L'Umbria
- ha detto - ora somiglia ai Paesi dell'est per la situazione
delle discariche". Attualmente sei, cinque delle quali
operative, saranno ridotte a tre (Borgogiglione, Belladanza e Le
Crete) per arrivare a regime a due, con la chiusura di
Borgogiglione.
Impatto significativo del Piano - è stato spiegato - sarà
anche sulla 'governance', "per superare l'attuale frammentazione
e polverizzazione che limita l'efficienza del sistema" con un
servizio organizzato per l'intero territorio regionale: un solo
gestore si occuperà dei servizi di superficie, raccolta,
spazzamento e trasporto; un altro per i servizi di trattamento e
smaltimento; e uno per il servizio di trattamento termico con
recupero energetico.
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