"'La Lega è un partito che ha
rinnegato i suoi valori, la sua identità, oltre ai suoi impegni
con i cittadini'. Parole che se messe in bocca alla minoranza
non sarebbero di certo suonato strane, mentre destano sorpresa
se lette in una nota ufficiale di una consigliera regionale
della Lega, nel giorno in cui lascia il proprio partito e il
gruppo consiliare di riferimento in Regione. La certificazione
dunque di una maggioranza allo sbando, di un partito come la
Lega, ostaggio di personalismi, e della presidente Tesei che, in
mezzo ad una lotta di correnti e di potere nella propria
coalizione, decide di non decidere, asserragliandosi nel
fortino": così i capigruppo della minoranza in Assemblea
legislativa Simona Meloni, Pd, Thomas De Luca, M5s, Andrea Fora,
Patto civico, e Vincenzo Bianconi, misto, in relazione
"all'uscita dalla Lega della consigliera Francesca Peppucci".
"La durissima presa di posizione della consigliera Peppucci -
spiegano i capigruppo di minoranza - è l'ufficializzazione della
crisi di identità e di valori in cui è entrata la Lega. Un
partito che la consigliera regionale racconta più simile ad una
polveriera che ad una comunità con la stessa visione ideale e di
futuro. Un partito dove ai proclami non sembrano seguire i fatti
e in continua ricerca di un colpevole, senza le analisi dei
propri errori. A lungo, sul fronte amministrativo, i problemi
sono stati attribuiti alle amministrazioni precedenti, anche
quando ormai il centrodestra governa da quasi tre anni. Nel caso
specifico, la consigliera Peppucci riferisce di essere stata
presa di mira per il risultato della Lega alle amministrative di
Todi. Non è nostro costume intervenire nelle beghe interne ai
partiti. Quello che ci preoccupa è che questa guerra per bande
crei danni alla Regione, di fatto paralizzata. L'Umbria non può
perdere opportunità perché i propri amministratori sono
impegnati in uno scontro di potere". "E' necessario dunque che i
gruppi di maggioranza escano da questo torpore e inizino a
concentrarsi finalmente sulle vere priorità dell'Umbria e degli
umbri" concludono gli esponenti della minoranza.
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