Al 19 luglio la prevalenza della
variante omicron 5 del virus Sars-CoV-2 ha raggiunto in Umbria
l'83 per cento e complessivamente insieme alla 4 superano il 90
per cento. Lo riferisce la Regione nel report epidemiologico
settimanale.
Dall'ultima riunione del Comitato tecnico scientifico umbro è
emerso che la combinazione delle due varianti comporta
un'elevata contagiosità.
Inoltre, nelle ultime settimane, a differenza dei mesi
precedenti, emerge che tra i pazienti con necessità di cure
domiciliari e ospedaliere, una percentuale sempre più alta
presenta una sintomatologia importante. Tra questi "pochissimi"
hanno completato il ciclo vaccinale con le due dosi booster.
La Regione sottolinea comunque che l'Umbria sui numeri
relativi alla somministrazione della seconda dose booster sta
comunque recuperando: il 26 luglio ad esempio, ne sono state
somministrate 1.086 dosi, ma è ritenuto necessario che tutti gli
ultrasessantenni e i fragili, siano sensibilizzati sul fatto
che, anche se non obbligatoria, è "fortemente consigliata"
perché, in questo momento, rappresenta uno strumento
importantissimo per la protezione dalle forme gravi della
malattia.
Gli esperti del Cts nel corso dell'incontro si sono soffermati
sul tema delle mancate registrazioni di positività. Hanno quindi
spiegato come i cittadini che hanno contratto l'infezione dopo
il primo dose booster (la cosiddetta terza dose), anche se non
l'hanno dichiarato, trascorsi 120 giorni dall'accertamento in
privato della positività, potranno "tranquillamente vaccinarsi"
con quarta dose.
Per incentivare le vaccinazioni la Regione, oltre ai punti
attivi sul territorio, ha rinnovato le convenzioni per la
somministrazione delle dosi, con i medici di medicina generale e
le farmacie.
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